sabato 11 luglio 2015

E-Book Experience #1 | Faerietorches - Pier Virgilio Vassalli

Ho da poco avuto la possibilità di approcciarmi al mondo e-book e subito mi è stato suggerito di avventurarmi fra le letture di racconti indipendenti e quello di Pier Virgilio Vassalli è stato il primo che ho scovato e deciso di leggere, attratto soprattutto dalla sinossi che descrive brevemente il racconto. Il protagonista è un ragazzo qualunque che si vede proiettato in una realtà virtuale (un videogioco vero e proprio), progetto dei governi di tutto il mondo con lo scopo di intrattenere la mente degli astronauti in criostasi, per evitare che essi perdano il lume della ragione. 
Da grande appassionato di videogiochi quale sono, un incipit così mi ha immediatamente colpito e ho deciso di immergermi nella lettura delle 53 pagine che compongono questo racconto.

Lily Fairy (1888) - Luis Ricardo Falero
Si tratta di un fantasy ambientato nel mondo videoludico di un MMORPG, ossia un gioco di ruolo in cui è possibile caratterizzare il proprio personaggio in base alla razza e alla classe (guerriero, mago, arciere, ecc.) e guidarlo attraverso combattimenti contro nemici presenti nel gioco stesso che permettono di affrontare il livello base e che aprono poi la strada agli scontri contro altri giocatori reali. Da questo la sigla MMORPG, ossia Massive Multiplayer Online Role-Playing Game. Il protagonista è Robin Lys, studente che vive su una cittadina costiera in Italia e che una notte, accompagnato dai suoi due gatti, Yeoseot e Alcione, si ritrova a vagare per il boschetto vicino casa, fino a che non si ritrova catapultato nella realtà virtuale creata dal governo. Impersonando una fata con poteri di evocazione, Robin si farà strada nel mondo fino ad incontrare i primi compagni di avventura con i quali affronterà un viaggio che li porterà dritti dritti all'epilogo della vicenda. 
Ovviamente ho deciso di rimanere generale con i dettagli relativi la trama specialmente perché si tratta di un racconto molto breve, da leggere tutto d'un fiato, per cui ogni altro riferimento alla storia risulterebbe spoiler. 

Il racconto è decisamente scorrevole, ben scritto e l'idea che fa da background alla trama è interessante. La brevità dello scritto gioca un po' a sfavore del giudizio finale, poiché non si lascia spazio ad approfondimenti relativi i personaggi stessi, al di là del protagonista, ma soprattutto della loro evoluzione psicologica. Ci si ritrova alla fine quasi spaesati, molto distaccati dai protagonisti e da Robin stesso che fino a prima sembrava molto vicino al lettore. Importante però sottolineare come questo, nonostante possa essere visto come un difetto, sembra direttamente correlato all'evoluzione non tanto della psicologia del personaggio, ma della trama stessa, la quale impone un'alienazione da parte dei protagonisti e che quindi si riflette sulla percezione che il lettore ha rispetto al rapporto con gli stessi. In questo, il finale risulta essere appropriato e non delude, lasciando potenzialmente spiragli per un'elaborazione futura di un seguito, anche se può in ogni caso essere visto come narrativa auto-conclusiva. Sarebbe però interessante poter analizzare meglio le implicazioni che le scelte dei protagonisti hanno sul progetto governativo. Insomma, un seguito non dispiacerebbe affatto! 

Ringrazio quindi l'autore, Pier Virgilio Vassalli, per questo racconto. Come dicevo, da appassionato di videogames non potevo non leggerlo tutto dopo aver visto la sinossi. Si tratta in ogni caso di uno scritto accessibile a chiunque, anche non conoscitori del genere, dato che alla fine del testo vi è un rapido dizionario per la consultazione dei termini più astrusi ai più. 

Vi lascio perciò il link alla pagina Amazon dell'e-book e vi saluto, invitandovi a visitare il mio canale Youtube in cui presto sarà presente un video dove parlo ancora di questo racconto!
http://www.amazon.it/dp/B010T8RRMG/ref=rdr_kindle_ext_tmb
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lunedì 6 luglio 2015

BOOK REVIEW #3 | Dieci piccoli indiani - Agatha Christie

Pubblicato in Gran Bretagna nel 1939, Dieci Piccoli Indiani uscì qui in Italia nell'agosto 1946 con il titolo "... E poi non rimase nessuno" che riprende letteralmente quello originale di "And then there were none". In altre lingue, compresa poi quella italiana, il titolo subì delle variazioni legate alla famosa filastrocca che accompagna tutti gli eventi ma trattandosi spesso di titoli dalle sfumature razziste, alla fine si optò per quello attuale.
L'edizione letta appartiene alla collana Oscar Mondadori per un prezzo di 8,50€. 

La storia racconta di otto protagonisti descritti uno ad uno nel primo capitolo del libro i quali si ritrovano, per motivi diversi e che successivamente si riveleranno fittizzi, a soggiornare a Nigger Island, isolotto non troppo lontano dalla terraferma, ma irraggiungibile nei giorni di tempesta. Una villa sorge nell'isola ma del proprietario non si hanno notizie certe, soltanto speculazioni da parte delle persone. Una volta lì, gli otto faranno la conoscenza dei due maggiordomi, mario e moglie, che completeranno il quadro dei dieci personaggi. In una situazione sempre più inquietante si susseguirà una serie di omicidi che ricalca i versi di una filostrocca che qui vi allego. 





Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione
solo nove ne restar. 
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar. 
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar. 
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar. 
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar. 
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar. 
Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar. 
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar. 
I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò. 
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.

Storia avvincente e ben scritta; narrazione fluida e coinvolgente. Se si è appassionati di gialli sicuramente questo libro risulta essere una delle pietre miliari che li rappresenta e che, ovviamente, li precede. Per coloro che si avvicineranno ora a questo libro mi sento di dire che probabilmente, alla conclusione, vi lascerà in bocca un sapore già sentito, seppur potrete senza dubbio apprezzarne le qualità. Bombardati costantemente da storie diverse come siamo attualmente abituati non siamo forse predisposti ad essere sorpresi da questo racconto. Dobbiamo pensare alla trama contestualizzata nel periodo in cui venne pubblicata, durante il quale divenne famosa proprio perché seppe portare innovazione al genere al quale appartiene.

Nonostante questo appunto, vi consiglio caldamente la lettura di questo classico che magari vi aprirà al mondo di Agatha Christie e dei suoi misteri! 

BOOK REVIEW #2 | I Ragazzi di Anansi - Neil Gaiman

Chi non vorrebbe leggere un libro il cui protagonista ha come soprannome Ciccio Charlie? Voglio dire, è fantastico. Questo povero disgraziato inglese con un soprannome affibbiatogli dal padre anni prima, durante l'infanzia, non gli si stacca più di dosso, così come non si decidono ad abbandonarlo tutta la serie di sfortune legate alla propria vita privata e lavorativa. 

I Ragazzi di Anansi ci arriva direttamente dalla penna di Neil Gaiman nel 2006, un anno dopo rispetto la pubblicazione americana. Dopo il successo del romanzo American Gods, Gaiman decide di improntare un altro lavoro sul concept di base del precedente lavoro, ossia porre divinità di qualsiasi culto all'interno della società, come persone normalissime ma dotate dei loro fantastici poteri e caratteristiche peculiari (tratti distintivi che ne permettono spesso il riconoscimento); esse sopravvivono e soprattutto hanno poteri fintanto che ci siano persone che ancora le adorano/pregano/ricordano, nonostante possano spirare anche per altri motivi come qualsiasi umano. 

La storia riguarda, come accennato, Ciccio Charlie, imbranato impiegato inglese che dopo la notizia della morte del padre inizierà a scoprire diverse cose relative al suo conto, come ad esempio il fatto che egli era in realtà la divinità africana Anansi, il dio ragno. Come se non bastasse (nonostante i livelli di incredulità siano davvero bassi) il nostro Ciccio Charlie scopre di avere anche un fratello, Spider, il quale si imporrà di prepotenza nella vita privata del protagonista sfruttando i poteri divini ereditati dal padre. Dal canto suo, Charlie è inerme per la maggior parte della storia, trattandosi di un umano qualunque, con problemi lavorativi qualunque, con una fidanzata qualunque. Ovviamente sarà l'animo nobile di Charlie a permettere la risoluzione di molte situazioni ma soprattutto il miglioramento della propria autostima fino a permettergli (forse?) di abbandonare per sempre il soprannome datogli dal padre anni prima. 

Lo stile con cui si narrano le vicende è costellato di ironia quasi ad ogni pagina, in grado di alleggerire anche gli eventi più intensi vissuti dai protagonisti, non solo tramite frasi da parte dell'autore stesso, ma con situazioni al limite del ridicolo, ma sempre verosimili. Una storia davvero mai noiosa, non troppo ricca di colpi di scena forse, ma dosati opportunamente. Non aspettatevi però di ritrovare un pantheon divino esteso come in American Gods poiché qui le vicende si concentrano più che altro su Anansi e la sua storia, o meglio, le storie che Anansi ha fatto sue col tempo, rubandole a Tigre, a Uccello e ad altri. 

Pareri più personali relativi questo libro? L'ho davvero apprezzato, forse non quanto American Gods (attualmente ancora il mio libro preferito in assoluto) ma che sicuramente va letto se si sono apprezzate le vicende di Shadow. Ho capito di amare Neil ormai di conseguenza non potrò esimermi dal recuperare qualsiasi sua opera. 

Quindi, se avete letto American Gods non potete non leggere I Ragazzi di Anansi. Anche se, in generale, qualsiasi cosa di Neil Gaiman andrà più che bene. 

BOOK REVIEW #1 | Chiamami col tuo nome - André Aciman

È davvero difficile per me realizzare una recensione degna di questo nome per un libro che ha saputo darmi così tanto. Ho davvero timore nel non riuscire a rendere giustizia al romanzo firmato André Aciman, dal titolo originale Call me by your name, pubblicato in America nel 2007 e che ha raggiunto l’Italia un anno dopo. Ho potuto mettere le mani su un’edizione Guanda per il prezzo di copertina di €12.

Il libro racconta una storia di scoperte, di dualismi, di dubbi che accompagnano l’adolescente protagonista, Elio, durante i mesi estivi di un anno non precisato a cavallo degli anni ’80, nella villa dei genitori, in un paese in riva al mare, presumibilmente ligure. Sarà all’inizio dell’estate che conoscerà Oliver, giovane ventiquattrenne statunitense ospitato dai genitori dello stesso protagonista nella loro dimora, in modo che egli possa completare il proprio lavoro su Eraclito grazie anche all’aiuto del padre di Elio, professore universitario affermato. Ogni anno i coniugi permettono infatti ad un laureato (o laureando) di soggiornare a casa loro per potersi migliorare nell’approccio alla loro disciplina letteraria. 

Fin da subito Elio si sente attratto di Oliver, dai suoi modi di fare, dal suo modo di parlare, dal suo modo di vestire, dal momento stesso in cui lo vede scendere dal taxi, e sarà già da lì che tenterà di farsi notare o di percepire nel giovane uomo qualche segno di interesse nei suoi confronti, quantomeno paragonabile a quello dimostrato da Elio stesso. 
La storia si sviluppa nella vita di tutti i giorni, tra conversazioni letterarie, tra le attività sportive dei giovani in un "paese in cui durante l’estate si aspetta l’inverno e in cui durante l’inverno si aspetta l’estate", nel disperato tentativo del protagonista di capire se stesso, di capire Oliver e i suoi atteggiamenti. Durante tutta la narrazione veniamo inondati dai pensieri di Elio, pensieri profondi, talvolta contrastanti e forse incoerenti, come quelli di qualunque ragazzo nella sua situazione. 
Sono poi interessanti i rimandi alla loro “storia”, destinata in ogni caso a concludersi alla fine del periodo estivo ma che si cerca disperatamente di vivere fino in fondo, sfruttando il tempo il più possibile, fino all’ultimo momento. A tal proposito: Zwischen Immer und Nie, scrive Elio, citando Celan, “tra sempre e mai” riferendosi alla situazione col ragazzo americano. Frase a mio parere davvero d’effetto e adattissima a tutto l’arco narrativo.

L’amore fra i due esplode in qualcosa che mai tocca la frivolezza delle classiche storie d’amore che ci ritroviamo spesso davanti in film, serie tv o altri libri; lo stile di Aciman non può non piacere: scorrevole e pieno di riflessioni interessanti e profonde, introspettive, capaci di immedesimare il lettore nelle sensazioni che Elio prova fino ad fargli affermare, riferendosi ovviamente ad Oliver, “he’s more myself than I am”, citando E. Bronte. Anche questa frase racchiude parte della storia, riallacciandosi al fatto che Oliver e Elio chiamano l’un l’altro col proprio nome, permettendo al protagonista di rendersi conto che quando esclama “Elio” per richiamare l’attenzione di Oliver sta chiamando qualcuno di così simile e vicino a lui come mai nessuno prima di allora, qualcuno che finalmente gli ha permesso di liberarsi dei dubbi e delle paure, qualcuno che gli ha permesso di capire se stesso e che l’ha portato a chiedersi se mai avrebbe trovato qualcun altro amare allo stesso modo.

Dopo questo delirio di parole che cosa vi posso dire per concludere?

Non pretendo che a chiunque possa piacere un libro con alla base un amore omosessuale tra due ragazzi, ma per coloro che si sentono pronti ad immergersi in una storia d’amore un po’ tormentata e con un finale dolce amaro lo consiglio con tutto il mio cuore. La penna di Aciman vi saprà sorprendere e la lettura risulterà scorrevole e mai noiosa. Trovo inoltre sia adattissimo come lettura estiva dal momento che la maggior parte della storia si svolge proprio in questo periodo dell’anno.


Quindi, sotto l’ombrellone, a letto, sulla scrivania, ovunque voi vogliate, leggete Chiamami col tuo nome, non ve ne pentirete.