lunedì 6 luglio 2015

BOOK REVIEW #2 | I Ragazzi di Anansi - Neil Gaiman

Chi non vorrebbe leggere un libro il cui protagonista ha come soprannome Ciccio Charlie? Voglio dire, è fantastico. Questo povero disgraziato inglese con un soprannome affibbiatogli dal padre anni prima, durante l'infanzia, non gli si stacca più di dosso, così come non si decidono ad abbandonarlo tutta la serie di sfortune legate alla propria vita privata e lavorativa. 

I Ragazzi di Anansi ci arriva direttamente dalla penna di Neil Gaiman nel 2006, un anno dopo rispetto la pubblicazione americana. Dopo il successo del romanzo American Gods, Gaiman decide di improntare un altro lavoro sul concept di base del precedente lavoro, ossia porre divinità di qualsiasi culto all'interno della società, come persone normalissime ma dotate dei loro fantastici poteri e caratteristiche peculiari (tratti distintivi che ne permettono spesso il riconoscimento); esse sopravvivono e soprattutto hanno poteri fintanto che ci siano persone che ancora le adorano/pregano/ricordano, nonostante possano spirare anche per altri motivi come qualsiasi umano. 

La storia riguarda, come accennato, Ciccio Charlie, imbranato impiegato inglese che dopo la notizia della morte del padre inizierà a scoprire diverse cose relative al suo conto, come ad esempio il fatto che egli era in realtà la divinità africana Anansi, il dio ragno. Come se non bastasse (nonostante i livelli di incredulità siano davvero bassi) il nostro Ciccio Charlie scopre di avere anche un fratello, Spider, il quale si imporrà di prepotenza nella vita privata del protagonista sfruttando i poteri divini ereditati dal padre. Dal canto suo, Charlie è inerme per la maggior parte della storia, trattandosi di un umano qualunque, con problemi lavorativi qualunque, con una fidanzata qualunque. Ovviamente sarà l'animo nobile di Charlie a permettere la risoluzione di molte situazioni ma soprattutto il miglioramento della propria autostima fino a permettergli (forse?) di abbandonare per sempre il soprannome datogli dal padre anni prima. 

Lo stile con cui si narrano le vicende è costellato di ironia quasi ad ogni pagina, in grado di alleggerire anche gli eventi più intensi vissuti dai protagonisti, non solo tramite frasi da parte dell'autore stesso, ma con situazioni al limite del ridicolo, ma sempre verosimili. Una storia davvero mai noiosa, non troppo ricca di colpi di scena forse, ma dosati opportunamente. Non aspettatevi però di ritrovare un pantheon divino esteso come in American Gods poiché qui le vicende si concentrano più che altro su Anansi e la sua storia, o meglio, le storie che Anansi ha fatto sue col tempo, rubandole a Tigre, a Uccello e ad altri. 

Pareri più personali relativi questo libro? L'ho davvero apprezzato, forse non quanto American Gods (attualmente ancora il mio libro preferito in assoluto) ma che sicuramente va letto se si sono apprezzate le vicende di Shadow. Ho capito di amare Neil ormai di conseguenza non potrò esimermi dal recuperare qualsiasi sua opera. 

Quindi, se avete letto American Gods non potete non leggere I Ragazzi di Anansi. Anche se, in generale, qualsiasi cosa di Neil Gaiman andrà più che bene. 

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