lunedì 6 luglio 2015

BOOK REVIEW #1 | Chiamami col tuo nome - André Aciman

È davvero difficile per me realizzare una recensione degna di questo nome per un libro che ha saputo darmi così tanto. Ho davvero timore nel non riuscire a rendere giustizia al romanzo firmato André Aciman, dal titolo originale Call me by your name, pubblicato in America nel 2007 e che ha raggiunto l’Italia un anno dopo. Ho potuto mettere le mani su un’edizione Guanda per il prezzo di copertina di €12.

Il libro racconta una storia di scoperte, di dualismi, di dubbi che accompagnano l’adolescente protagonista, Elio, durante i mesi estivi di un anno non precisato a cavallo degli anni ’80, nella villa dei genitori, in un paese in riva al mare, presumibilmente ligure. Sarà all’inizio dell’estate che conoscerà Oliver, giovane ventiquattrenne statunitense ospitato dai genitori dello stesso protagonista nella loro dimora, in modo che egli possa completare il proprio lavoro su Eraclito grazie anche all’aiuto del padre di Elio, professore universitario affermato. Ogni anno i coniugi permettono infatti ad un laureato (o laureando) di soggiornare a casa loro per potersi migliorare nell’approccio alla loro disciplina letteraria. 

Fin da subito Elio si sente attratto di Oliver, dai suoi modi di fare, dal suo modo di parlare, dal suo modo di vestire, dal momento stesso in cui lo vede scendere dal taxi, e sarà già da lì che tenterà di farsi notare o di percepire nel giovane uomo qualche segno di interesse nei suoi confronti, quantomeno paragonabile a quello dimostrato da Elio stesso. 
La storia si sviluppa nella vita di tutti i giorni, tra conversazioni letterarie, tra le attività sportive dei giovani in un "paese in cui durante l’estate si aspetta l’inverno e in cui durante l’inverno si aspetta l’estate", nel disperato tentativo del protagonista di capire se stesso, di capire Oliver e i suoi atteggiamenti. Durante tutta la narrazione veniamo inondati dai pensieri di Elio, pensieri profondi, talvolta contrastanti e forse incoerenti, come quelli di qualunque ragazzo nella sua situazione. 
Sono poi interessanti i rimandi alla loro “storia”, destinata in ogni caso a concludersi alla fine del periodo estivo ma che si cerca disperatamente di vivere fino in fondo, sfruttando il tempo il più possibile, fino all’ultimo momento. A tal proposito: Zwischen Immer und Nie, scrive Elio, citando Celan, “tra sempre e mai” riferendosi alla situazione col ragazzo americano. Frase a mio parere davvero d’effetto e adattissima a tutto l’arco narrativo.

L’amore fra i due esplode in qualcosa che mai tocca la frivolezza delle classiche storie d’amore che ci ritroviamo spesso davanti in film, serie tv o altri libri; lo stile di Aciman non può non piacere: scorrevole e pieno di riflessioni interessanti e profonde, introspettive, capaci di immedesimare il lettore nelle sensazioni che Elio prova fino ad fargli affermare, riferendosi ovviamente ad Oliver, “he’s more myself than I am”, citando E. Bronte. Anche questa frase racchiude parte della storia, riallacciandosi al fatto che Oliver e Elio chiamano l’un l’altro col proprio nome, permettendo al protagonista di rendersi conto che quando esclama “Elio” per richiamare l’attenzione di Oliver sta chiamando qualcuno di così simile e vicino a lui come mai nessuno prima di allora, qualcuno che finalmente gli ha permesso di liberarsi dei dubbi e delle paure, qualcuno che gli ha permesso di capire se stesso e che l’ha portato a chiedersi se mai avrebbe trovato qualcun altro amare allo stesso modo.

Dopo questo delirio di parole che cosa vi posso dire per concludere?

Non pretendo che a chiunque possa piacere un libro con alla base un amore omosessuale tra due ragazzi, ma per coloro che si sentono pronti ad immergersi in una storia d’amore un po’ tormentata e con un finale dolce amaro lo consiglio con tutto il mio cuore. La penna di Aciman vi saprà sorprendere e la lettura risulterà scorrevole e mai noiosa. Trovo inoltre sia adattissimo come lettura estiva dal momento che la maggior parte della storia si svolge proprio in questo periodo dell’anno.


Quindi, sotto l’ombrellone, a letto, sulla scrivania, ovunque voi vogliate, leggete Chiamami col tuo nome, non ve ne pentirete. 

1 commento:

  1. Ho amato tantissimo il film, e mi sono decisa solo ora a leggere il libro, avendo paura di rimanere delusa. Così non è stato, anzi. Lo sto leggendo per la terza volta in 10 giorni! La prima di corsa, per rivivere le sensazioni che mi ha dato il film, la seconda più lentamente, per approfondire il risvolto psicologico ed emotivo, la terza con ancora più calma, soppesando ogni parola, sentimento, sensazione. In conclusione, condivido ogni parola della tua recensione. E sono sempre più convinta che, tra un bel libro e il suo bel film, vinca sempre il primo.

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