giovedì 24 aprile 2014

#SerialmenteMe - Faking It 1x01

Hello there!
Come stai? Spero bene! Io annaspo tra i libri ma mi ritaglio sempre più di un momento per guardare serie tv e leggere qualcosina! 
Oggi parliamo di Faking It! Nuova serie di Mtv di cui non conoscevo l'esistenza fino a che non l'ho visto tra i lavori di Subspedia. Incuriosito e generoso di dare possibilità a nuove serie non guardando neanche i trailer, mi sono buttato nella visione del pilot e non me ne sono affatto pentito, soprattutto per gli ultimi minuti dell'episodio!


TRAMA~
Facciamo subito la conoscenza delle due protagoniste: Karma ed Amy. Le due frequentano un liceo del Texas un po' particolare, dove i classici sfigati dominano la scena al posto dei tipici fighetti liceali americani. Nonostante questo, le due amiche non sanno come emergere e decidono quindi di fingere che Karma sia diventata improvvisamente cieca a causa di un tumore che preme sul nervo ottico, per poi farselo rimuovere in tempo per il ballo scolastico. Il grande progetto lascia il tempo che trova, infatti appena arrivano a scuola abbandonano l'idea. Due ragazzi si fanno avanti invitandole ad una festa a casa di uno dei due; lì scoprono che tutti le credono lesbiche e vengono incitate a candidarsi come nonhocapitocosa nella loro scuola al grido di All Hail Lesbians. Fantastico. Karma ed Amy decidono quindi che fingersi compagne non sembra essere una cattiva idea e così ci provano. Karma però, ha una cotta per un ragazzo, Liam e riesce a baciarlo, ed Amy li scopre. La ragazza reagisce in modo particolare, non volendo più fingere perché Karma sembra essere l'unica a divertirsi. Litigano nello spogliatoio e in ascolto c'è una ragazza, la stronzetta di turno, che tenterà di umiliarle di fronte a tutta la scuola di fronte alla cerimonia dei discorsi dei candidati alla cosachenonhocapito. Dopo aver deciso di continuare con la loro finta ("Let's be lesbians!"), Amy e Karma si baciano proprio in quell'occasione davanti a tutti ed è in quel momento che Amy realizza che forse non sta proprio fingendo.

OPINIONI~
Come al solito, trattandosi di un pilot sono restio a dare giudizi immediati ai personaggi o in generale alla serie, però non sembra promettere male. Un po' scontata l'idea di rendere una delle due ragazze lesbica o per lo meno confusa riguardo la propria eterosessualità, ma chiaramente la trama doveva pur doversi allungare in qualche modo. Non so se apprezzare inoltre l'idea dell'intera scuola dominata da sfigati, dato che dopo Glee mi sembra essere un po' riciclata. È bello però vedere un effettivo impegno nel divulgare tematiche particolari mai trattate così pubblicamente, come appunto succede con Glee. Se non se ne parlasse, sarebbe addirittura peggio. Faking it è un teen comedy nata per non prendersi troppo sul serio probabilmente, anche se raggiungeremo i classici picchi drammatici per accentuare il messaggio di fondo. Sarà bello vedere Amy cercare di capire quale sia la sua vera natura ma sarà altrettanto triste quando forse si renderà conto di amare Karma ma che lei non potrà mai ricambiare. 

Vedremo con i prossimi episodi!

Spero che queste mie poche parole ti siano sembrate anche minimamente interessanti! Fammi sapere cosa ne pensi! A presto!
Luca

P.S. Non so se esiste più di una versione dell'episodio, ma io mi sono beccato quella senza capezzoli e parolacce.

mercoledì 23 aprile 2014

#SerialmenteMe - Agents of S.H.I.E.L.D. 1x19

Hello there! 
Come stai? Spero bene! 

Eccoci con un nuovo articolo della rubrica #SerialmenteMe! A differenza della serie di Salem iniziata proprio in occasione del mio piccolo progetto, Agents of S.H.I.E.L.D. iniziò diversi mesi fa e siamo infatti alla chiusura della serie. Parlerò quindi come se tu, caro lettore, conoscessi già i dettagli precedenti a questo episodio e così sarà per tutte le serie che non tratterò da principio


TRAMA~ 
L'episodio si apre in un porto, dove un uomo scende da una nave e camminando spegne tutte le luci a cui si avvicina. Uccide un pescatore semplicemente con un tocco sulla spalla e prende la sua auto. 
Dopo gli avvenimenti che hanno avuto luogo durante Captain America - The Winter Soldier, chiaramente gli agenti dello Shield si vedono costretti a fronteggiare la minaccia HYDRA. Nell'episodio precedente, Garrett e Ward liberarono i prigionieri presenti nel Fridge, struttura spesso nominata negli scorsi episodi come luogo di prigionia per i super criminali. Coulson e la sua squadra decidono di scoprire chi è effettivamente evaso da lì, dopo che Ward è tornato fra loro comunicandogli che appunto l'HYDRA ha preso il controllo, rubando armi e liberando i prigionieri. Coulson è subito preoccupato di scoprire se un certo Marcus Daniels è presente tra questi ed è in effetti così. L'uomo è dotato di capacità che gli permettono di assorbire qualsiasi tipo di energia (è la stessa persona della scena d'apertura) ed è una vecchia conoscenza di Phil: l'agente contribuì alla sua cattura utilizzando la ragazza che l'uomo perseguitava come esca. Si scoprirà più tardi che la donna, Audrey, è l'ex fidanzata di Coulson, quella di cui lui è chiaramente ancora innamorato. Prima di intraprendere la missione, gli agenti vengono sottoposti alla macchina della verità per ottenere la formale fiducia dello Shield ed un particolare badge che Skye scoprirà più tardi essere un modo per monitorarli. Il team decide quindi di separarsi, lasciando Skye, Ward, May e il tipo rotondo di cui non ricordo il nome alla base segreta. A Portland, Phillip e gli altri riescono a fermare la minaccia, uccidendo l'uomo. Contemporaneamente, alla base, May decide di andarsene dato che Coulson non le vuole dare più ascolto, nonostante avesse superato il test della verità. Skye decide di decriptare i dati dell'NSA, un sistema satellitare in grado di osservare ciò che è successo al Fridge e si allontana dal tipo rotondetto. È durante la decriptazione dei dati che Ward lo raggiunge e lo uccide. Skye riesce nel suo intento ma non ottiene esattamente ciò che vuole quindi, nonostante la scomparsa apparente dell'agente, decide di farsi una bella chiacchierata struggente con Ward seguita da una limonata per tutti. Mentre i due si baciano, lei si accorge che Ward ha del sangue in testa, così lui fugge per darsi una lavata. La ragazza, effettivamente insospettita dall'assenza dell'altro agente, prende il tablet dove sono indicati i segnali di localizzazione di ognuno di loro e, cercando l'altro agente, scopre che è stato ucciso. Capisce subito che Ward lavora per l'HYDRA ed escogita un piano; piano che non riesce a mettere in pratica dal momento che Ward finge una chiamata d'aiuto da parte di Coulson e la trascina via dalla base. 

AFTER CREDITS SCENE~
May cammina lungo una strada e una macchina accosta per farla salire: è sua madre che le consegna una lettera rassicurandola, dicendo che in molti stanno cercando e che quindi non sarà difficile trovarla, riferendosi ad una cerca Maria. 

OPINIONI~
Andiamo per ordine dato che in questo episodio sono state dette molte cose... Phillip è la tenerezza fatta uomo ed è un peccato che lui abbia dovuto sostanzialmente rinunciare una seconda volta alla donna che ama per lo Shield, nonostante l'intero sistema in cui credeva stia ancora cadendo a pezzi. Merita di essere felice, ma chiaramente la situazione non è delle migliori e c'è altro a cui pensare. Il triangolo Triplett, Fitz e Simmons non lo concepisco: Jemma ha perso molto da quando ci prova con Triplett ma è chiaro che il suo cuore appartiene a Leo, o almeno così voglio sperare. Lui tenta disperatamente di farsi notare da lei, ma proprio non ci riesce, ed è adorabile. 
Ok non ho detto sostanzialmente nulla finora se non parlare della pucciosità (oddio mi sento un bimbominchia) di alcuni personaggi, quindi passiamo alle cose serie: Ward e Skye. Reputo quest'episodio uno dei migliori fino ad ora grazie alla tensione che è riuscito a trasmettermi verso l'ultimo quarto d'ora, nelle scene in cui Audrey suona il violoncello (è un violoncello quello?) in attesa di Marcus, ma passando anche a scene in cui Ward cerca Skye all'interno della base e lei è lì che realizza ciò che sta succedendo, alla disperata ricerca di una via d'uscita. Ward era un personaggio interessante, finché non ha iniziato a recitare con un tono scontato da sbruffoncello solo perché gli hanno detto di fare la parte del ragazzo cattivo. Non vedo un futuro sensato per il suo personaggio, quindi spero venga tolto di mezzo dato ciò che è riuscito a fare. Skye deserves better than that

Detto questo, mio caro amico marveliano, direi che possiamo salutarci dandoci appuntamento a mercoledì prossimo! Buona settimana!
Luca

martedì 22 aprile 2014

#SerialmenteMe - Salem 1x01

Hello there!
Eccoci qui col primissimo appuntamento con questa piccola serie, anzi definiamola rubrica (!) dedicata alle serie tv! Bando alle ciance perché finora ce ne sono state fin troppe e iniziamo subito con Salem! Nuova serie della WGN America uscita per la prima volta in America in data 20/04 (qualche giorno fa) e che io ho scoperto solo oggi grazie al team di Subspedia!


Un piccolo appunto prima di cominciare: per chi non lo sapesse, la cittadina di Salem, Massachusetts, fu realmente al centro di una feroce caccia alle streghe poco prima dell'inizio dell'Ottocento, il che rende ancora più interessanti le vicende, seppur si tratti di un lavoro chiaramente di pura fantasia.

TRAMA~
Salem si apre con una tortura pubblica nella piazza, con due persone alla gogna, un uomo e una donna. L'uomo è quello che subisce le sevizie più importanti (marchiato in fronte con una F ad indicare il suo essere un "fornicatore") da parte dell'uomo più ricco del paese, Sibley. Interviene un altro uomo, protagonista delle vicende della serie, John Alden, che però non riesce a fermare Sibley.
Si scopre poi che John e Mary, una donna del paese, sono segretamente innamorati ma che si devono subito separare a causa di una guerra incombente a cui l'uomo deve partecipare. Egli spezza l'unica moneta d'argento che possiede, promettendo all'amata che avrebbe fatto ritorno. Dopo che John parte per il fronte, abbiamo un salto temporale di qualche mese, in cui scopriamo che Mary è incinta proprio di lui, ma tiene la gravidanza nascosta per paura che Sibley lo venga a sapere e li punisca. Durante la notte, insieme ad un'amica compie un rito nel bosco in cui la donna si sbarazza del feto offrendolo a qualche entità demoniaca in cambio di poteri sovrannaturali, divenendo quindi una strega.
Dopo sette anni, John torna dalla guerra ma tutto è cambiato: Mary si è sposata con Sibley, divenendo la donna più ricca e quindi più potente del paese; Sibley però non è messo molto bene essendo infatti ridotto in sedia a rotelle in uno stato catatonico; e la minaccia delle streghe incombe su Salem. Ad amministrare la legge nel paese di puritani c'è un nuovo uomo, Cotton, che però punisce persone alla cieca, poiché nemmeno lui ha idea di chi possano essere le fantomatiche streghe. Si scopre che Mary è una di loro quando fa sputare a Sibley un rospo e lo fa nutrire col proprio sangue: in qualche scena precedente Cotton parlava infatti di famigli, ovvero entità mandate dalle streghe capaci di compiere azioni solo se sufficientemente nutriti dalle loro padrone. Inoltre quando Mary incontra uno specchio, notiamo la sua spaventosa vera forma riflessa in esso.
Mary e John hanno la possibilità di incontrarsi di nuovo ma lei ha sviluppato nel tempo un profondo odio per l'uomo che non mantenne la sua stessa promessa, tanto da spingerla a scambiare la sua anima col diavolo, mentre lui le spiega che non poteva semplicemente mandarle sue notizie perché prigioniero dei nemici.
Cotton incappa anche in una giovane donna che afferma di essere perseguitata dalle streghe; cercando di liberarla da tali visioni facendosi anche dire i nomi delle streghe, la ragazza impazzisce del tutto e Cotton decide di utilizzarla per farsi portare dalle responsabili. In paese però, Mary utilizza i suoi poteri per sviare la ragazza verso un amico di John, riconosciuto quindi come stregone e ucciso pubblicamente la sera stessa.
Verso la fine dell'episodio, John decide di partire per New York dato che Salem non ha più nulla da offrirgli ma, sulla strada fuori dal paese, Nathaniel, l'uomo che all'inizio veniva torturato, gli blocca la strada, dicendo di avere qualcosa da mostrargli. Nel bosco i due incappano in uno strano rito e John si convince che probabilmente la storia delle streghe non è esattamente una bufala; i due però vengono visti da una delle persone che stava compiendo tale rito e fuggono di nuovo a Salem. L'uomo cerca di acciuffarli ma non ci riesce e torna quindi da Mary, dandole l'allarme. Nel dialogo finale lei rivela il piano delle streghe, ossia uccidere tutti i puritani presenti nel paese tramite una caccia alla cieca tra il popolo, così da impadronirsi della città.

PERSONAGGI~
John Alden. Protagonista delle vicende, scettico inizialmente sulla minaccia delle streghe ma si trova subito costretto a ricredersi. Ha il cuore spezzato a causa di Mary e probabilmente non rinuncerà a lei tanto facilmente. È il classico badass guy che non ha paura di niente e di nessuno.
Mary Sibley. La cattivona della situazione; tanto bella quanto spietata, alterna però momenti in cui sembra appunto senza pietà ad altri in cui è chiaramente ancora poco convinta di ciò che fece sette anni prima nei boschi. Il ritorno di John non l'ha sicuramente aiutata.
Cotton. Lo adoro solo perché è interpretato da Seth Gabel (aka Lincoln from Fringe). Classico parroco che predica bene ma razzola male. Molto male. 

OPINIONI GENERALI~ 
Non posso sbilanciarmi più di tanto se non dicendo che bisogna vedere qualche altro episodio per entrare nel vivo dell'azione e giudicare effettivamente la serie. Al momento noto delle pecche nella recitazione, specie di Mary. La trovo molto poco credibile. Per il resto questa serie ha tutto ciò che piace a me: paranormale, molto sangue, intrighi di vario genere. La love story tra Mary e John non mi entusiasma più di tanto dato che si tratta di qualcosa già visto molte volte. 

Non mi resta che augurarvi una buona attesa, dato che Salem torna la prossima settimana! 
Luca

#SerialmenteMe - Le serie tv

Hello there! 
Spero che tu, gentilissimo lettore, sia appassionato non soltanto di libri, ma anche di serie televisive! Come ti avevo già anticipato infatti, questo blog non è esattamente monotematico, ma spazierò tra diversi mondi con un grande denominatore comune: la fantasia. Così come ci vogliono grandi abilità per realizzare un libro, ne servono altrettante per mettere insieme un buon film, una buona serie tv e un buon videogioco.

Immagine a puro scopo decorativo
È chiaro che nell'ultimo periodo le persone abbiano perso molta fiducia nella televisione. Fa molto radical chic dire di non guardare la tv con la speranza di farsi piacere dagli altri erroneamente reputandosi personalità alternative: non è così. Molte sono le persone che stanno letteralmente rifiutando la televisione per scarsità di programmi proposti o per la squallida qualità presente in quelli nuovi. Mi riferisco principalmente alla televisione italiana che al momento non sa parlare d'altro se non moda, "politica", cronaca nera, cake design, ecc. E voi mi direte: "beh ma sembra una tv molto varia se la presenti così!" Ma da un certo punto di vista potrei essere benissimo d'accordo, ma d'altro canto non si può certo trascurare lo squallore in cui troviamo trattati certi argomenti; la cronaca nera ne è un classico esempio, ovvero lo stupro mediatico di ogni avvenimento in modo da ricavarne ascolti. 

Che cosa fare quindi per ovviare a tali problemi? Buttarsi a capofitto sul cinema e sulle serie tv! Vivendo in Italia ci troviamo purtroppo costretti ad attendere mesi, se non addirittura anni, per vedere doppiate le nostre serie preferite, magari pure male, se non si vuole ricorrere alle tv a pagamento, quali Sky o Mediaset Premium. C'è un modo però per seguire le serie straniere in contemporanea con l'America o altri stati: scaricare l'episodio da internet. Non si tratta chiaramente di un metodo che favorisce coloro che realizzano la serie e non vorrei passasse questo messaggio, ma è mio dovere morale informarvi su questa cosa. Grazie poi a gruppi di persone molto gentili e disponibili abbiamo anche la possibilità di scaricare i sottotitoli di tali serie, così anche chi non mastica per niente l'inglese riesce tranquillamente a seguire il tutto. 

È ovvio che non tutte le serie tv sono buone, vuoi perché sono effettivamente mal realizzate, vuoi perché esistono i gusti personali, ma fatto sta che in generale ci permettono di fuggire dalla canonica televisione per rifugiarci in qualcos'altro che ci aggrada di più, non facendoci, come dicevo, perdere completamente la speranza sulla televisione. 

La rubrica #SerialmenteMe si occuperà proprio di recensioni delle serie tv episodio per episodio che seguo; un'analisi schematica punto per punto pochi giorni dopo l'uscita dell'episodio oppure semplicemente dopo che avrò deciso di iniziare una nuova serie. 

Spero che anche questo progetto incontri i vostri gusti o vi invogli ad iniziare a spaziare nei vostri interessi televisivi. 
Alla prossima! 
Luca

lunedì 21 aprile 2014

#DalPassatoConFurore - Stephen King, L'Incendiaria

Hello there!

Secondo post del giorno e stavolta sono qui per parlarvi di un altro libro di Stephen King, L'Incendiaria! Altro libro del buon King che ho apprezzato fin dall'inizio per poi arrivare ad amarlo del tutto. 



Col titolo originale Firestarter il libro fu edito in una rivista prima di essere pubblicato ufficialmente nel 1980. L'edizione che possiedo acquistata un po' di tempo fa è della Sperling & Kupfer Economica, stampato nel gennaio 2009 per il costo di €10,90. 

Il libro parte in quarta, con i due protagonisti, Charlie ed Andy McGee, in fuga da degli agenti di una qualche agenzia americana fittizia che prende il nome de La Bottega (The Shop in lingua originale). Andy, padre di Charlie, possiede delle abilità paranormali con le quali non è nato; è in grado, tramite una "spinta" mentale di far fare alle persone ciò che desidera, ma non solo! È infatti anche in grado di influenzarle psicologicamente, oppure portarle ad addormentarsi (leggasi "mettere in coma"). In un flashback praticamente all'inizio della storia, scopriamo che ai tempi del college l'uomo si offrì volontario insieme ad altri studenti per testare gli effetti di un farmaco, il Lot-Six, segretamente utilizzato dagli agenti della Bottega, così da guadagnare $200. Durante e successivamente all'esperimento, l'uomo apprende di possedere capacità impressionanti di cui sopra, le quali però gli causano effetti collaterali devastanti (presumibilmente piccole emorragie cerebrali) ad ogni utilizzo. Insieme alla moglie, Vicky già deceduta all'inizio della storia e anch'essa sottoposta all'esperimento, avrà una figlia, Charlie. Ella possiede capacità fin dal momento della nascita e forse è proprio questo che le permette di non subire gli effetti collaterali del farmaco ogni volta che intende utilizzarle. È una pirocineta, ovvero è in grado di creare e controllare il fuoco con la propria mente. I problemi però per la piccola non si scatenano a livello fisico quando utilizza i suoi poteri come il padre, bensì a livello emotivo poiché fatica a controllarli, venendone quasi sempre sopraffatta. 
I due fuggono alla ricerca di una libertà che Andy perse il giorno stesso in cui decise di sottoporsi al test e a cui anche la piccola di soli sette anni è costretta a rinunciare. La loro corsa però non porterà ai risultati sperati, almeno in parte. 

Tu sei un'incendiaria, tesoro. Proprio come un grosso accendino zippo. 

Dopo questa "breve" introduzione, direi che è il momento di parlare di ciò che penso del libro. Per quanto riguarda la trama, non c'è nulla da dire se non: fantastica. Intendo l'idea di base chiaramente, dal momento che tempo fa lessi da qualche parte che fu proprio King a battezzare la pirocinesi tramite questo libro! Una cosa che mi ha fatto storcere il naso, ovvero, passatemi il termine, paraculata dell'autore in fatto di trama è far dire agli scienziati della Bottega che nemmeno loro sanno esattamente come agisca il Lot Six, evitando quindi di addentrarsi troppo in spiegazioni scientificamente fantascientifiche (espressione orribile, ma credo renda l'idea). Insomma è chiaro che non mi aspettavo un saggio su questo farmaco fittizio, ma sarebbe stato interessante scoprirne qualcosa di più, specie sulla sua scoperta. La narrazione soffre invece delle stesse pecche che ho riscontrato ne Le Notti di Salem, ovvero raggiunge momenti topici che poi si smorzano improvvisamente. In questo caso addirittura, ci sono macro parti del libro che trasmettono una vera e propria tensione e si è incapaci di smettere di leggere, mentre altre contengono quei capitoli che vengono costantemente interrotti perché lenti, seppur mai noiosi. 
Per quanto riguarda i personaggi, li ho trovati tutti molto caratterizzati, chiaramente Andy e Charlie nello specifico in quanto protagonisti. Andy è il classico padre che ama alla follia la propria bambina ma che non viene quasi mai accecato da questo amore nel momento delle scelte difficili. Charlie, seppur abbia 7/8 anni quando la storia viene raccontata, si caratterizza con un certo acume che progredisce via via che gli eventi e le difficoltà si fanno più incalzanti. Paraculata #2, la sua eccessiva (sì, "eccessiva" è il termine più adatto) intelligenza, viene giustificata come una sorta di potere secondario, un po' come la precognizione degli eventi che si stanno per verificare. Ricordo poi un altro personaggio che farà la sua comparsa solo ad un certo punto del libro, ovvero Rainbird. Non posso dire molto per quanto lo riguarda, dato che finirei col fare qualche spoiler, ma ammetto che nonostante faccia la parte del cattivo, mi ha davvero conquistato. 

Il libro è quindi godibilissimo, scorrevole ed emozionante. Consiglio caldamente (battutaccia) l'acquisto a tutti gli amanti di Stephen King (ovviamente) ma anche del paranormale. 
Caro lettore, fammi sapere che cosa ne pensi dell'articolo, se ti ho invogliato a leggere il libro oppure ho dissolto ogni tuo dubbio riguardo un possibile acquisto! 

A presto! 
Luca

sabato 19 aprile 2014

#DalPassatoConFurore - Stephen King, Le Notti di Salem

Hello there!
Come stai? Spero bene, mio impavido lettore! Con questo articolo intendo iniziare una sorta di rubrica, ovvero #DalPassatoConFurore. Dal nome è evidente di ciò di cui voglio parlare, no? Libri e quant'altro che hanno ormai diversi anni alle spalle, chiaro!

Ed eccoci quindi col primo post riguardante un libro che ho avuto il piacere di leggere soltanto pochi giorni fa. Come da titolo, sto parlando de Le Notti di Salem, di Stephen King. 



Col titolo originale Salem's Lot, il libro viene pubblicato nel 1975 piazzandosi come il secondo libro di King; precedentemente troviamo infatti Carrie, nel 1974. L'edizione che ho tenuto tra le mani è dell'aprile del 1993, per il costo di 14.500 lire della Bompiani, trovata usata in condizione abbastanza buone in un mercatino, per €3. 

Il protagonista della storia è Ben Mears, scrittore del Maine che torna nella città di Jerusalem's Lot (abbreviata con 'Salem) per trovare l'ispirazione per il suo nuovo libro. Egli visse quattro anni nella piccola cittadina, dalla zia, ma quel breve periodo di tempo gli bastò per rimanere segnato a vita in seguito ad una prova di coraggio con alcuni coetanei. Casa Marsten è infatti il luogo dove Mears credette di vedere il precedente proprietario impiccato, con gli occhi sbarrati, nonostante fosse ormai passato del tempo dal momento della sua morte. La casa rimane un luogo ostile e culla di numerose leggende nel paese in seguito proprio alla morte dei coniugi Marsten; non aiuta inoltre la sua locazione: sopra ad una collina, imponendosi a forza su tutto il paesaggio sovrastando la cittadina. Mears torna quindi in paese con il desiderio di esorcizzare i suoi demoni affittando addirittura la casa, ma scopre suo malgrado che qualcun altro è arrivato prima di lui e, ben presto, da casa Marsten le tenebre caleranno su tutto il paese. 

[...] Non era cambiato niente. Non c'era nessuna differenza, proprio nessuna. Gli sembrava di essere stato via due giorni. Le erbacce infestavano il prato davanti alla casa, nascondendo le pietre che segnavano il cammino verso il portico. Nel prato cantavano i grilli, e si vedevano le cavallette saltare tutt'intorno in parabole errabonde e casuali. 
L'edificio era orientato verso il paese. Vasto, spigoloso e fatiscente com'era, le finestre tutte sbarrate con assi, aveva l'aspetto sinistro che hanno tutte le vecchie case abbandonate da molto tempo. L'intonaco esterno era caduto, spazzato via dalla pioggia, e la casa aveva assunto una colorazione grigia e uniforme. Le tempeste di vento avevano fatto volar via parecchie tegole, e in un punto sul lato ovest una forte nevicata aveva fatto incurvare il tetto, dando all'insieme un aspetto sgangherato e minaccioso. Un cartello di legno fissato alla buca delle lettere ammoniva di non procedere oltre.
Lo ammetto: ho iniziato a leggerlo convinto che si parlasse di streghe, ma poi ebbi l'illuminazione vedendo il pipistrello in copertina. A volte sono un po' lento, me ne rendo conto. 
A parte questo conflitto di tematiche, il libro è scorrevole e narrato in modo abbastanza bilanciato. Dico "abbastanza" perché mi è parso che l'andamento fosse in un certo senso altalenante, portando spesso il lettore ad un picco di massima tensione per poi smorzarla cambiando completamente argomento per diversi capitoli. Mi rendo conto che si tratti di scelte stilistiche o comunque per dare un senso di completezza alla trama, ma sembra sempre di trovarsi davanti ad un film in cui si è ancora alle prime scene e quindi nonostante qualcosa di importante stia accadendo, in un attimo si torna all'ambientazione tranquilla con i protagonisti che ciondolano per la trama, attendendo che sia il loro turno di entrare in azione. 
A proposito di film, King è uno di quei pochi scrittori che riesce a scatenare la mia fantasia a tal punto che sono in grado di leggere per ore senza rendermene conto, come se stessi guardando un film proiettato sulle pagine. Le parole spariscono completamente dalla carta e si è immersi nel Lot insieme ai protagonisti. Non che questo sia il massimo nel momento delle scene più spaventose, specie se è notte e si è a casa da soli. 
Riallacciandomi all'aspetto precedente, cioè dell'andamento della narrazione, ho trovato il finale complessivamente azzeccato, non troppo frettoloso o scontato. Questo ha di certo aiutato a farmi apprezzare il libro, chiudendo con un senso di appagamento che non era riuscito a darmi Dracula di Stoker, ad esempio. In quel caso, dopo pagine e pagine di sofferenza con i diari delle svampite, mi aspettavo qualcosa di epico e invece mi toccò accontentarmi di una imboscata risolta nel giro di qualche facciata. 
Per quanto riguarda i personaggi, Matt, l'insegnante, mi è piaciuto davvero molto insieme a padre Callahan. Ho odiato invece Susan, specie per la sua improvvisa decisione di andare sola a casa Marsten così, tanto per. Il rapporto di lei con la madre è morbosamente fastidioso e le avrei prese a schiaffi entrambe in più occasioni. Nonostante ciò, è bello avere un'analisi più o meno dettagliata di tutti gli abitanti del Lot e della loro vita dietro le porte di casa. Sarà che sono una pettegola e amo ficcanasare in giro. 

L'unica nota negativa riguardo questo libro, insieme ad altri di King probabilmente, è nella razionalità eccessiva che l'autore tende ad attribuire ai bambini. Non so esattamente se è voluto (immagino di sì visto che accade molte volte), ma risulta essere quasi fastidioso. Petrie potrebbe essere benissimo un ragazzo poco più che adolescente per come reagisce a certe situazioni, mentre invece ha circa 12 anni ed è più razionale di Ben! Questa osservazione lascia anche il tempo che trova in effetti, poiché non è rilevante per la trama o per l'aspetto stilistico, ma il realismo del tutto viene comunque minato da questo piccolo particolare. 

Le Notti di Salem entra sicuramente nella mia classifica dei libri preferiti e dopo questa analisi vi do appuntamento alla prossima con un "nuovo" libro di King! 
Se qualcuno è in ascolto, mi faccia sapere cosa ne pensa al riguardo, se l'ha letto, se l'ho invogliato a leggerlo o almeno a farci un pensierino!

Ciao! 
Luca

Un'apocalisse come tante~

L'ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA TRAMA DEL GIOCO. 

*Altro vecchio articolo*

Luca si vuole aggiungere alla miriade di post riguardo i pareri su uno dei titoli più attesi degli ultimi anni. Pareri che, a quanto sembra, spuntano come funghi sul web (battutaccia). Si parla ovviamente di The Last of Us, esclusiva PlayStation 3 realizzata dal team di NaughtyDog.


Premetto di non aver ancora letto alcun tipo di commento al gioco, nonostante l'abbia portato a termine ormai un paio di giorni fa. Dopotutto avevo preso talmente l'abitudine di evitare i commenti riguardo il titolo che dopo un po' mi è venuto spontaneo evitarli. Ulteriore premessa va fatta per quanto riguarda il mio personale interesse riguardo il gioco, ovvero come mi ero posto di fronte all'uscita di The Last of Us, tanto acclamato in internet da ottenere quasi tutte recensioni MOLTO positive. Ho così prenotato e acquistato il titolo in limited edition, di cui sono particolarmente soddisfatto dati i contenuti e il prezzo del tutto, ed ero molto emozionato all'idea di un titolo del genere. Non so che cosa mi aspettassi. Non me ne sono reso conto e ancora non capisco perché il titolo mi abbia in parte deluso. 

La trama inizia a farsi interessante nella narrazione del periodo autunnale delle vicende dei due protagonisti, Joel ed Ellie. Prima di quello trovo sia abbastanza prevedibile, ricca di quei classici cliché dell'apocalisse causata da una qualche infezione, in questo caso è chiamato in causa il Cordyceps, un fungo parassita realmente esistente che attacca il sistema nervoso dell'ospite, crescendo addirittura su di esso. Si tratta ovviamente di situazione legate ad insetti, come formiche. 


Come dicevo, le situazioni viste e riviste ci vengono riproposte con una narrazione sicuramente formidabile e che riesce sempre ad emozionare (forse per questo viene lodato nonostante la banalità di alcuni eventi). Detta in soldoni, viene fuori che Ellie è immune all'infezione del fungo o meglio, le spore sono in circolo nel suo corpo, ma non ne intaccano il comportamento o l'aspetto. Questo infatti la porta ad essere il bersaglio delle Luci, un gruppo nato in seguito all'infezione che si prefigge lo scopo di aiutare i sopravvissuti in qualsiasi modo. Essi vogliono Ellie per poterle estrarre il fungo che ha ormai sede nel suo cervello, potendo così sviluppare un vaccino, ma soltanto alla fine si scoprirà che l'unico modo per estrarlo sarà ucciderla. La ragazzina verrà affidata a Joel proprio perché deve essere accompagnata nel laboratorio dove si studia il vaccino. Ovviamente l'uomo non è a conoscenza del sacrificio a cui sta andando incontro. Il rapporto tra i due si intensifica, tanto che Joel proietta probabilmente l'affetto per la figlia, venuta a mancare la notte in cui si è scatenato il tutto, nella giovane Ellie. Nel momento della resa dei conti, Joel decide di rapire Ellie, anestetizzata e quindi incosciente, raccontandole poi di non essere l'unica immune e quindi il suo aiuto non è necessario e che il vaccino non può essere creato. 
L'ultima parte degli eventi è quella che appunto caratterizza la stagione autunnale, invernale e poi quella primaverile. 

Il gioco riesce sicuramente ad emozionare; è bello il gameplay, stupende le ambientazioni, le animazioni, ma mi ha lasciato comunque con l'amaro in bocca. Non riesco ad identificare un fattore scatenante per cui poi il gioco non mi ha impressionato come dovrebbe dovuto, o come mi aspettavo avrebbe fatto. Do un po' la colpa alle recensioni che mi hanno fatto credere di trovarmi davanti a Dio sceso in terra e reincarnatosi in un blu-ray. Fatto sta che esso rimanga comunque ottimo gioco, degna conclusione dell'era PlayStation 3. 

Assassin's Chronicles~

Hello there!
Come stai simpatico lettore? Spero bene! Inizio subito a deliziarti (ho la presunzione di utilizzare tale terminologia) con questo mio articolo legato al mondo di Assassin's Creed. Si tratta di un'analisi non certo datata ma siccome di nuovi titoli del brand ne esce uno all'anno, mancano riferimenti ai giochi più recenti. Spero tu possa apprezzare.




Sviluppata da Ubisoft Montreal, quella di Assassin's Creed è divenuta nel giro di pochi anni una delle saghe più premiate delle ultime generazioni di console, raccontando le vicende di diversi personaggi che presentano un denominatore comune: sono tutti assassini. La storia principale, come molti di voi sicuramente sapranno, ruota attorno alle vicende di Desmond Miles, un giovane barista che un giorno si ritrova in una struttura della corporazione denominata Abstergo, la quale ha come scopo quello di scovare a tutti i costi il Frutto dell'Eden per prendere il controllo di tutte le persone presenti sulla Terra. Desmond è l'attuale portatore di sequenze di DNA dei suoi antenati, famosi assassini che nel corso della storia sono venuti in contatto proprio con quell'artefatto misterioso; consapevole di ciò, l'Abstergo sfrutterà il giovane per scoprire l'attuale ubicazione dell'oggetto.

Questo post cercherà di operare un’analisi degli aspetti positivi e negativi del brand ormai entrato nella storia della nuova generazione di videogiochi, data la sua mole di fan davvero enorme. Altrettanti sono anche coloro che non lo reputano per nulla un titolo valido mentre altri ancora hanno un rapporto di amore/odio con esso.

Analizzando principalmente i titoli su console fissa, iniziamo con il primo capitolo della saga, ambientato a Gerusalemme attorno ai primi anni del 1100 d.C. e vede come protagonista il giovane assassino Altaïr che rivive grazie ai ricordi racchiusi nel DNA di Desmond, risvegliati a loro volta dall’Animus, macchina progettata dall’Abstergo proprio per il fine di sollecitare il soggetto a rivivere frammenti di vita dei propri antenati. Nonostante il titolo non brilli per quanto riguarda diversi aspetti tecnici, esso colpisce principalmente per la trama ben articolata che presenta diversi arcani da svelare, personaggi da conoscere a fondo e una duplicità nella personalità del protagonista non indifferente, da una parte troviamo infatti Altaïr mentre dall’altra abbiamo il giovane Desmond. Ciò che affascina principalmente della trama è il fatto che proponga una visione completamente differente, seppur fantastica, della storia del nostro mondo, dove come principali avversari troviamo l’ordine dei Templari che non si è in realtà mai sciolto e che ritroviamo impegnato nella costante ricerca del leggendario Frutto dell’Eden per imporre il proprio dominio sull’umanità. Essi sono ovviamente presenti anche nella linea temporale di Desmond e il parallelismo con la perenne esistenza di un nemico millenario si completa con la presenza di un individuo che racchiude in sé tutti i principali antenati assassini. 
Nonostante si venga travolti da tutto ciò, innegabile è la ripetitività con cui ci viene proposto l’insieme. Il primo titolo di Assassin’s Creed si svolge principalmente in tre differenti località completamente identiche tra loro e caratterizzate da missioni altrettanto uguali, nelle quali cambia soltanto il nome degli obbiettivi da far fuori e a volte le dinamiche con cui si può giungere da essi. La struttura generale regge a malapena il peso delle critiche, senza contare poi l’IA nemica, fulcro principale su cui si concentrano gli haters. 

Ubisoft non demorde, soprattutto perché il titolo ebbe un successo non indifferente. Arriva così Assassin’s Creed II che incontrerà i gusti di molti più giocatori grazie al suo gameplay più articolato, a un nuovo assassino meglio caratterizzato e a una longevità del titolo nettamente superiore rispetto al precedente. Una boccata d’aria fresca che decreta ufficialmente il successo della serie portando Ezio Auditore, il protagonista, a essere una delle nuove icone video ludiche attuali. La trama è ancora una volta ciò che lega il tutto e tiene salda la struttura del titolo, solo che questa volta non è più sola e il titolo risulta, sotto molti aspetti, pienamente riuscito. C’è chi fin da subito gli ha dato fiducia, mentre altri hanno preferito allontanarsi dalla saga avvertendo ancora l’amaro in bocca rimasto loro dopo aver giocato al primo capitolo. Insomma, con Assassin’s Creed II, Ubisoft riuscì a sfornare uno dei migliori titoli della gen incontrando il consenso della maggioranza dei videogiocatori.

Con Brotherhood però si avverte un ritorno alla monotonia dato principalmente da due fattori: voler sfruttare il successo ottenuto col precedente titolo e concentrarsi su l’aspetto multiplayer che verrà introdotto proprio con questo nuovo gioco. Stavolta ci si trova di fronte a un qualcosa che si può apprezzare perché praticamente identico al precedente, seppur con qualche innovazione che ha la pretesa di essere una novità assoluta, oppure che si può odiare per lo stesso motivo appena citato. L’unica cosa che prosegue all’interno di questo nuovo capitolo è ovviamente la trama che riesce a tenere attaccati al pad quei grandi appassionati della saga i quali però, a loro volta, iniziano  ad essere scettici con l’arrivo di Assassin’s Creed Revelations
Anch’esso completamente identico ai precedenti, location esclusa, con ancora una volta protagonista Ezio Auditore. I fan chiesero a suo tempo di poter impersonare anche più a lungo Desmond, dato che esso era “giocabile” soltanto negli intermezzi tra i vari capitoli, però non ci si può dire soddisfatti del lavoro di Ubisoft sotto questo aspetto. La monotonia del titolo è esageratamente elevata, campagna multiplayer piatta e superflua, storyline di Ezio che ha un serio bisogno di concludersi e per finire si sente la necessità di novità che riescano nuovamente a rivoluzionare la saga, nonostante si concluda con questo capitolo anche la vita di Altaïr stesso, in modo da dare continuità al tutto.

L’opera di Ubisoft Montreal risulta compiuta a metà proprio per le varie mancanze evidenziate qui sopra; c’è chi riesce ad apprezzare comunque il tutto, mentre altri non tollerano questi alti e bassi anche se da una parte non si può pretendere più di tanto da una saga che ha preso un’incredibile piega commerciale, tanto da arrivare a sfornare un titolo nuovo l’anno. Assassin’s Creed sarebbe potuto essere un titolo di spessore e non l’ennesima trovata per fare soldi come invece è diventato. Delusione è forse la parola che i più utilizzerebbero per sintetizzare il tutto; anche per gli amanti del titolo le mancanze che esso presenta sono innegabili. È davvero questa la piega che sta prendendo l’attuale mercato dei videogiochi? La saga dell’amato assassino ne è forse uno degli esempi più lampanti a testimonianza del fatto che il mondo dei videogiochi sta inevitabilmente cambiando. 

Breve presentazione~

Hello there! 

Come stai fiero navigatore del web? Mi chiamo Luca, ho 19 anni (ahimè quasi 20) e vivo in un paesino sperduto nella provincia di Padova, Veneto. Attualmente frequento il primo anno di università, dilettandomi nell'arte infermieristica. 

Sì, sono io.


Ti chiedi forse cosa ci faccio qui? Me lo chiedo anch'io e mi domando anche cosa TU ci faccia qui. È bel dilemma, anche perché questo blog è giovane, poco seguito e forse con una grafica davvero poco accattivante. 

Mi piace essere scontato, quindi ecco brevemente qualcosa in più riguardo ciò che intendo fare.

Tutti hanno una storia, si sa. Per quanto piccola ed insignificante, la nostra vita è ricca di avvenimenti più o meno rilevanti, più o meno felici. Non tutti sentono il desiderio di narrare la propria avventura proprio per mancanza di una spinta interiore che li porterebbe a fare ciò (gli stati su Facebook non contano). Altri scrivono invece di storie inventate, scaturite dalla loro più florida immaginazione. Ho sempre invidiato coloro in grado di farlo e di avere poi la fortuna di pubblicare ciò che avevano prodotto. Per mancanza di tempo, di volontà e spesso di fantasia, mi sono sempre trovato costretto ad accantonare questo sogno, infilarlo a forza nel cassetto e dedicarmi ad altro. In questo blog parlerò proprio di questo: libri; storie che mi hanno emozionato, sia in negativo che in positivo. Ma non solo...

Le serie tv sono un'altra mia grande passione e di tanto in tanto guardo pure qualche bel film. Amo anche i videogiochi, una delle forme d'arte contemporanea prese meno in considerazione in questo momento dal mio punto di vista. Ci sarà tempo per parlare di tutto, ma anche del nulla più assoluto. 

Non mi resta che augurarti buona permanenza e buona lettura. 
A presto, 
Luca