sabato 19 aprile 2014

#DalPassatoConFurore - Stephen King, Le Notti di Salem

Hello there!
Come stai? Spero bene, mio impavido lettore! Con questo articolo intendo iniziare una sorta di rubrica, ovvero #DalPassatoConFurore. Dal nome è evidente di ciò di cui voglio parlare, no? Libri e quant'altro che hanno ormai diversi anni alle spalle, chiaro!

Ed eccoci quindi col primo post riguardante un libro che ho avuto il piacere di leggere soltanto pochi giorni fa. Come da titolo, sto parlando de Le Notti di Salem, di Stephen King. 



Col titolo originale Salem's Lot, il libro viene pubblicato nel 1975 piazzandosi come il secondo libro di King; precedentemente troviamo infatti Carrie, nel 1974. L'edizione che ho tenuto tra le mani è dell'aprile del 1993, per il costo di 14.500 lire della Bompiani, trovata usata in condizione abbastanza buone in un mercatino, per €3. 

Il protagonista della storia è Ben Mears, scrittore del Maine che torna nella città di Jerusalem's Lot (abbreviata con 'Salem) per trovare l'ispirazione per il suo nuovo libro. Egli visse quattro anni nella piccola cittadina, dalla zia, ma quel breve periodo di tempo gli bastò per rimanere segnato a vita in seguito ad una prova di coraggio con alcuni coetanei. Casa Marsten è infatti il luogo dove Mears credette di vedere il precedente proprietario impiccato, con gli occhi sbarrati, nonostante fosse ormai passato del tempo dal momento della sua morte. La casa rimane un luogo ostile e culla di numerose leggende nel paese in seguito proprio alla morte dei coniugi Marsten; non aiuta inoltre la sua locazione: sopra ad una collina, imponendosi a forza su tutto il paesaggio sovrastando la cittadina. Mears torna quindi in paese con il desiderio di esorcizzare i suoi demoni affittando addirittura la casa, ma scopre suo malgrado che qualcun altro è arrivato prima di lui e, ben presto, da casa Marsten le tenebre caleranno su tutto il paese. 

[...] Non era cambiato niente. Non c'era nessuna differenza, proprio nessuna. Gli sembrava di essere stato via due giorni. Le erbacce infestavano il prato davanti alla casa, nascondendo le pietre che segnavano il cammino verso il portico. Nel prato cantavano i grilli, e si vedevano le cavallette saltare tutt'intorno in parabole errabonde e casuali. 
L'edificio era orientato verso il paese. Vasto, spigoloso e fatiscente com'era, le finestre tutte sbarrate con assi, aveva l'aspetto sinistro che hanno tutte le vecchie case abbandonate da molto tempo. L'intonaco esterno era caduto, spazzato via dalla pioggia, e la casa aveva assunto una colorazione grigia e uniforme. Le tempeste di vento avevano fatto volar via parecchie tegole, e in un punto sul lato ovest una forte nevicata aveva fatto incurvare il tetto, dando all'insieme un aspetto sgangherato e minaccioso. Un cartello di legno fissato alla buca delle lettere ammoniva di non procedere oltre.
Lo ammetto: ho iniziato a leggerlo convinto che si parlasse di streghe, ma poi ebbi l'illuminazione vedendo il pipistrello in copertina. A volte sono un po' lento, me ne rendo conto. 
A parte questo conflitto di tematiche, il libro è scorrevole e narrato in modo abbastanza bilanciato. Dico "abbastanza" perché mi è parso che l'andamento fosse in un certo senso altalenante, portando spesso il lettore ad un picco di massima tensione per poi smorzarla cambiando completamente argomento per diversi capitoli. Mi rendo conto che si tratti di scelte stilistiche o comunque per dare un senso di completezza alla trama, ma sembra sempre di trovarsi davanti ad un film in cui si è ancora alle prime scene e quindi nonostante qualcosa di importante stia accadendo, in un attimo si torna all'ambientazione tranquilla con i protagonisti che ciondolano per la trama, attendendo che sia il loro turno di entrare in azione. 
A proposito di film, King è uno di quei pochi scrittori che riesce a scatenare la mia fantasia a tal punto che sono in grado di leggere per ore senza rendermene conto, come se stessi guardando un film proiettato sulle pagine. Le parole spariscono completamente dalla carta e si è immersi nel Lot insieme ai protagonisti. Non che questo sia il massimo nel momento delle scene più spaventose, specie se è notte e si è a casa da soli. 
Riallacciandomi all'aspetto precedente, cioè dell'andamento della narrazione, ho trovato il finale complessivamente azzeccato, non troppo frettoloso o scontato. Questo ha di certo aiutato a farmi apprezzare il libro, chiudendo con un senso di appagamento che non era riuscito a darmi Dracula di Stoker, ad esempio. In quel caso, dopo pagine e pagine di sofferenza con i diari delle svampite, mi aspettavo qualcosa di epico e invece mi toccò accontentarmi di una imboscata risolta nel giro di qualche facciata. 
Per quanto riguarda i personaggi, Matt, l'insegnante, mi è piaciuto davvero molto insieme a padre Callahan. Ho odiato invece Susan, specie per la sua improvvisa decisione di andare sola a casa Marsten così, tanto per. Il rapporto di lei con la madre è morbosamente fastidioso e le avrei prese a schiaffi entrambe in più occasioni. Nonostante ciò, è bello avere un'analisi più o meno dettagliata di tutti gli abitanti del Lot e della loro vita dietro le porte di casa. Sarà che sono una pettegola e amo ficcanasare in giro. 

L'unica nota negativa riguardo questo libro, insieme ad altri di King probabilmente, è nella razionalità eccessiva che l'autore tende ad attribuire ai bambini. Non so esattamente se è voluto (immagino di sì visto che accade molte volte), ma risulta essere quasi fastidioso. Petrie potrebbe essere benissimo un ragazzo poco più che adolescente per come reagisce a certe situazioni, mentre invece ha circa 12 anni ed è più razionale di Ben! Questa osservazione lascia anche il tempo che trova in effetti, poiché non è rilevante per la trama o per l'aspetto stilistico, ma il realismo del tutto viene comunque minato da questo piccolo particolare. 

Le Notti di Salem entra sicuramente nella mia classifica dei libri preferiti e dopo questa analisi vi do appuntamento alla prossima con un "nuovo" libro di King! 
Se qualcuno è in ascolto, mi faccia sapere cosa ne pensa al riguardo, se l'ha letto, se l'ho invogliato a leggerlo o almeno a farci un pensierino!

Ciao! 
Luca

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